25 Maggio 2017

Vademecum per la rivoluzione 4.0

All’Executive Summit i vertici di Sap hanno spiegato l’essenza della digital transformation a oltre 130 manager delle più importanti imprese italiane. Ecco i passaggi chiave.

È ruotata tutta attorno alle opportuni­tà offerte dalla trasformazione digitale l’ultima edizione dell’Execurive Sum­mit di Sap, tradizionale evento che il gigante del software per le aziende organizza ogni anno alla Villa d’Este di Cernobbio, in provincia di Como.
Oltre 130 i top manager delle più im­portanti imprese italiane che hanno preso parte alla due­ giorni per discute­re e confrontarsi su sfide e scenari trac­ciati dalla nuova rivoluzione 4.0. Una rivoluzione, come ha osservato Luisa  Arienti, amministratore delegato di Sap Italia, “destinata a investire tut­ti i settori di mercato e le diverse aree aziendali, generando grandi opportu­nità. Ma anche la necessità di attivare
percorsi di profonda trasformazione all’interno delle imprese, che dovranno acquisire una visione ‘live’ dei propri processi di business per poter prendere  decisioni vitali in “tempo reale”. Parte integrante di questi percorsi è quindi un’evoluzione strutturale capace di ga­rantire alle aziende nuovi livelli di agi­lità, per sostenerle nella ridefinizione continua dei propri modelli organizzativi e di servizio. ln questo senso sta
aumentando, e lo ha detto il Ceo della società tedesca, Bill McDermott, la richiesta delle aziende dl semplifica­re il modo in cui operano, attraverso tecnologie come il machine learning, l’Intelligenza artificiale e l’Internet of Things. “I cicli d’innovazione sono sempre più veloci e i vecchi si schemi non sono in grado di gestirli”, ha dichia­rato il Ceo: “Occorrono architetture digitali più agili, che sappiano gestire quantità di dati destinare al raddoppio ogni dodici mesi e supportare analisi in tempo reale per aiutare a riformula­re costantemente i modelli aziendali”.
Questa trasformazione, a detta di Sap, passa attraverso le nuove tecnologie (come Hana, la piattaforma di database in memory in grado di gestire enor­mi quantità di informazioni virtualmente provenienti da qualunque fonte) e anche attraverso il riscorso al “design thinking” come metodo per agevola­re le decisioni d’imspresa e ridurre la quota di rischio. Con una precisazione imporrante, così esplicitata da McDer­mott: “L’uso intelligente delle risorse è un tema che non interessa solo le gran­di aziende, ma tutte le organizzazioni, anche quelle medio ­piccole”.

[Fonte Technopolis – 1 Maggio 2017]

 

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